Come ogni vera Lamborghini, al momento della pubblicazione delle prime immagini, ha fatto subito discutere. Il nome nome Sián ha suscitato per primo molte reazioni contrarie. Sián sembrava una parola che strizzava l’occhio al mercato asiatico, in realtà è dialetto proprio come quel Countach che degli anni settanta parve americano. In Bolognese “Sián” è la scarica elettrica del fulmine, la stessa che attraversa questa vettura.

L’auto ha come base di partenza l’Aventador SVJ da cui eredita motore e pianale. Davanti prende ispirazione dalla Terzo Millennio specialmente negli enormi fari a Y e il taglio del paraurti. Lateralmente è fortemente Lamborghini con linee tese e squadrate come da tratto Gandini, i passaruota coprono totalmente le ruote lasciando pochissimo spazio attorno. Sull’alettone il numero 63 indica l’anno di fondazione della casa di Sant’Agata e anche il numero degli esemplari prodotti. Dietro la Sián è tutta nuova: un forte omaggio alla Countach nei fari, negli scarichi e anche al cofano lamellare. L’estrattore posteriore è enorme e deriva dalle corse.

La copertura del motore si estende al tetto che è in vetro, ma è possibile gestirne la trasparenza fino a farlo sembrare di carrozzeria come succede sulla Ferrari Superamerica del 2005. Per la prima volta su un’automobile Lamborghini monta delle prese d’aria, accanto agli scarichi, che si aprono all’aumentare della temperatura. Il movimento è dato esclusivamente dalla dilatazione del materiale quindi senza bisogno di meccanismi elettronici.
Il punto dolente e del cambiamento della Sián è il motore. Il V12 aspirato della SVJ è stato portato a 785 CV ed è accoppiato a un mini elettrico da 34 CV. Potrebbe essere la prima Lamborghini di serie con l’ibrido anche se il sistema in realtà non lo è. L’auto si muove esclusivamente con il motore termico, l’elettrico entra in gioco durante il cambio di marcia per assicurare una risposta fulminea proprio come un Sián in bolognese. L’auto quindi è definita un Mild Hybrid con supercondensatore.


L’interno di Sián, rispetto alle precedenti versioni speciali supersportive, è più voltato all’eleganza. I sedili vengono presentati in pelle fornita da Poltrona Frau, azienda di Montezemolo, quasi uno schiaffo al mondo Ferrari. L’auto è stata lanciata in una verniciatura color verde luccicante, per ottenere questo effetto dicono che è stata mescolata dentro la vernice la polvere d’oro. Sián, come era stato con la Reventón, sarà l’anello di congiunzione tra Avendaror e il futuro modello V12 Lamborghini.
Tutte le 63 Sián sono seguite dal programma Ad Personam di Lamborghini. Sarà il passo verso l’ibrido? Cosa ne pensate di questa nuova speciale del Toro?
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TheStig dopo essere stato messo in soffitta dalla nota trasmissione è tornato!
Dall’articolo si capisce la passione forte per il marchio del Toro che è uno dei pochi che riesce a unire esperti del settore e semplici appassionati. È un’auto futurista, che a mio avviso va nella giusta direzione sullo sviluppo dell’elettrico delle Supercar ad altissime prestazioni. A differenza della 918 che vanta prestazioni anche in solo elettrico, la godibilità e la soddisfazione di guidare un auto ancora solo con un motore a benzina è senza pari. Ben venga dunque la l’aiutino a 48volt (di cui la casa madre sta diventando esperta).
Le linee poi sono mozzafiato e viene da chiedersi se esista davvero! Una evoluzione continua che non snatura il marchio ma lo rende ancora più aggressivo e proiettato nel futuro!
Gran bell’articolo! Complimenti!
Bentornato TheStig! Grazie per la passione con cui scrivi i tuoi commenti. Continua così: sei il follower numero uno!