Aston Martin Valour

Aston Martin celebra i suoi 110 anni con una vettura a tiratura limitata ecco: Valour. L’auto riprende gli stilemi classici della casa inglese, reinterpretandoli in chiave moderna.

Il frontale dell’Aston Martin Valour riprende i tratti classici del marchio.

 

Davanti, la Valour si ispira a vetture storiche Aston, come la mitica DB5 e alle ultime Vantage anni ’80 / ’90. I fanali, come da tradizione, sono tondi modernizzati grazie alle luci a LED. Il cofano è ampio, con due prese d’aria naca e una molto grossa dal disegno insolito. La bocca anteriore ha la classica forma Aston per renderla subito riconoscibile e il profilo sotto al paraurti è in fibra di carbonio, perfettamente integrato. La vista di lato è quella classica delle berlinette inglesi, con il baule appena accennato e capiente quanto basta per contenere due sacche da golf. La fiancata laterale è piatta e bordata da una minigonna. Accanto alla ruota anteriore, una targhetta a Union Jack indica 110^. I cerchioni richiamano nella trama quelli a raggi con il gallettone. Le maniglie delle portiere sono a filo della carrozzeria, come vuole l’ultima moda.

Vista lateralmente la Valour è quasi una fastback.

 

Il posteriore della Volour è tutto nuovo: il lunotto in vetro è stato sostituito da un pannello fessurato, simile a quello della Ferrari 812 Competizione. L’alettone è il cosiddetto “a coda d’anatra”, per non appesantire le forme. La downforce è garantita dall’enorme estrattore da cui escono tre scarichi tondi e sottili che promettono un perfetto sound. I fari hanno una forma particolare ma mi ricordano un po’ quelli della Jaguar XJ220.

Del posteriore dell’Aston Valour si notano i tre scarichi centrali e sottili. Enorme l’estrattore d’aria.

 

All’interno, salta subito all’occhio la superstar della Valour, cioè la leva del cambio manuale a sei rapporti con i leveraggi a vista. Il pomello del cambio può essere scelto in tre materiali: titanio, alluminio, carbonio o legno;  quest’ultimo sinonimo di leggerezza nelle vetture da corsa d’epoca. Davanti al pilota c’è il volante con il selettore delle modalità di guida: Sport, Sport+ e Track. Il quadro strumenti è digitale, un vero peccato perchè su una vettura del genere, che richiama il passato, sarebbe stato meglio un cruscotto analogico con le lancette vere. I sedili sono a guscio in fibra di carbonio, con le finiture a scelta del cliente. L’esemplare per il lancio aveva un rivestimento interno in tweed e cashmere, in pieno stile British.

Il cruscotto della Valour avrebbe dovuto essere più analogico e con meno display.

 

Regina incontrastata dell’interno dell’Aston Valour è la leva del cambio manuale.

 

Sotto al cofano c’è un tradizionale V12 biturbo da 5.200 cc con 715 CV di potenza e 753 Nm di coppia, che promette prestazioni degne di una supercar. Il differenziale è meccanico a slittamento limitato.

Voci dicono che questa sarà una delle ultime vetture della casa di Gaydon a montare un motore V12, poichè in futuro sarà costretta all’elettrificazione e al downsizing dei propulsori. Ne volete una? Tutte le 110 Valour previste sono già state assegnate, a un milione e seicentomila euro l’una. Chissà se uno dei fortunati clienti sarà il vero James Bond.

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