In estate si parla spesso del desiderio di possedere una decappottabile, ma a volte si confondono le varie tipologie di vetture aperte quindi cercherò di fare un po’ di chiarezza.
In linea generale convertibile o decappottabile sono i termini che definiscono ogni vettura che ha la possibilità di modificare la carrozzeria aprendo totalmente o in parte il tetto.
Le auto convertibili o decappottabili si dividono principalmente in due grandi categorie: hard-top e soft-top. Con il termine hard-top si indica ogni vettura che ha il tetto o una porzione di tetto apribile in materiale rigido -metallico o plastico- che generalmente non si distingue con il resto della carrozzeria. Soft-top è la tipologia di decappottabile per eccellenza cioè quella con la capote in tessuto ripiegabile. In questi ultimi anni viene sempre preferito l’hard-top perché più aerodinamico e garantisce un migliore comfort acustico e un miglior isolamento termico. Nella stagione invernale si notano spesso proprietari di vetture con soft-top che optano per le loro vetture un tetto rigido (hard-top appunto) per salvaguardare la comunque più delicata stoffa della copertura e per evitare di esporla alle intemperie. E’ infatti innegabile la maggiore delicatezza del rivestimento in stoffa rispetto a quello in metallo.
Dopo aver spiegato le due grandi categorie ora scenderò nello specifico in base alle tipologie di carrozzeria.
Le cabrio (abbreviazione del francese cabriolet) sono esclusivamente le vetture a quattro posti con il tetto ripiegabile in tessuto. Il termine inglese spider invece indica soltanto le auto con due posti: la parola spider dall’inglese “ragno” ha origini più antiche delle automobili ed era un particolare tipo di carrozza con le ruote agli angoli e un ristretto spazio per sedersi e la forma ricordava un po’ quella del corpo di un ragno. In molti modelli appare la dicitura spyder questa parola è scritta in maniera scorretta, ma rappresenta la pronuncia italiana di “spayder”, le spyder sono vetture a marchio italiano con un elevato tasso di sportività e contraddistinte da un abitacolo a due posti secchi cioè con lo spazio necessario per i soli due occupanti senza tener conto di bagagli. Le auto spyder all’estero vengono chiamate roadster.
L’apoteosi della sportività è la barchetta: con questo temine si indica un tipo di vettura completamente aperto a uno o due posti senza la possibilità di coprire la carrozzeria. La protezione dalle intemperie, a volte è affidata solamente a un piccolo parabrezza. Le barchetta in passato erano auto da corsa che per accedere alle competizioni dovevano essere prodotte anche in una piccola serie di esemplari stradali. Gli occupanti sulle barchetta per viaggiare dovevano indossare sempre il casco ed erano scomode da usare tutti i giorni perciò i clienti le facevano civilizzare dai maggiori Carrozzieri per migliorarne il confort e l’eleganza.
Le auto con la carrozzeria targa sono quelle che hanno la possibilità di aprire solamente la parte superiore del tetto lasciando il parabrezza e il lunotto a protezione dei passeggeri. La tradizione vuole che le auto tipo targa siano nate in America per proteggere i passeggeri in caso di ribaltamento, quindi si voleva vietare, per motivi di sicurezza, l’apertura completa del tetto sulle vetture più veloci. La Porsche ha da moltissimi anni la 911 Targa che considera come un modello a parte. Le targa nella maggior parte dei casi hanno un hard-top in metallo che se montato le fa somigliare ad una vettura con il tetto fisso. Il tettuccio, generalmente ad apertura manuale, quando la vettura è aperta, viene riposto dietro ai sedili oppure nel bagagliaio.
Coupé-Cabriolet o CC è un tipo di auto a due o quattro posti che associa la versatilità di una cabrio alla comodità di una coupé. Il tetto è a scomparsa, con azionamento elettrico ed è formato da parti di carrozzeria che si ripiegano in maniera da garantire un’apertura totale come su una cabriolet, ma soprattutto una volta chiuso è solido, insonorizzato ed impermeabile come su una coupé.
L’emozione che può dare la guida di una vettura a cielo aperto è senz’altro impagabile: il difetto più grosso di questo tipo di autovetture è che per essere realizzate necessitano di un aggravio di peso notevole per il rinforzo della scocca che, vedendosi privata del tetto, perde rigidità nell’ordine del 30% almeno. Se le emozioni vengono dalla guida rilassata godendosi il panorama , le stesse emozioni è sconsigliabile cercare di trovarle in pista o in un piacere di guida a tutta prova.
Spero di aver fatto chiarezza sulle varie vetture a cielo aperto. Questo articolo è stato consigliato e scritto grazie alla collaborazione di un grandissimo appassionato di auto. Grazie mille!!!
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Tante volte leggendo tra i vari listini, ascoltando diversi annunci pubblicitari e osservando i nomi con cui i modelli vengono definiti, si intuisce che il modello cercato sia “a cielo aperto”, ma mai -con chiarezza- avevo trovato un pezzo che trattasse l’argomento in maniera così completa, efficace e chiara!
Quindi complimenti ancora una volta per avere centrato l’obiettivo con un articolo che, oltre che a trattare di auto degne, fa anche un servizio di utilità!
E fa così sorridere notare (adesso) come molte case sbandierino i loro modelli cabrio con nomi accattivanti e roboanti, solo per fare piacere all’utente medio, ma tecnicamente scorretti. Sto già pensando alla faccia degli astanti qualora il venditore Smart di turno proponga una Fortwo Targa (nome corretto) in luogo di una Fortwo Cabrio: occhi sgranati e vendite dimezzate!
E un plauso per avere saputo scrivere queste (anche minime) differenze: qui, forse ancora più che in altri articoli, si evince una competenza a tutto tondo nel mondo automobilistico; qualità ormai non più così scontata nemmeno tra i piani alti del mondo automotive.
La scelta delle immagini a corredo dell’articolo è semplicemente geniale e di un’eleganza assoluta; dalla 850 spider alla geniale DS, per passare al trittico di sportive italiane!
E ovviamente non poteva mancare il ‘Maggiolino’ Targa: ormai un cliché onnipresente nella vita di 3 generazioni..
Mi auguro di leggere ancora articoli di questo genere, fanno scuola, generano curiosità ed interesse e lasciano sicuramente il lettore più arricchito sui fondamenti del mondo ‘a noi’ tanto caro!
Ciao The Stig, sono felice che tu abbia apprezzato sia l’articolo che le immagini scelte e ti ringrazio per i complimenti. La 850 spider, a mio parere, è piccolo un prodigio della tecnica e rappresenta l’essenza della spider. L’idea della Fiat 850 spider è nata da Bertone con progetto di Giugiaro e il suo slogan di presentazione: “precedere i tempi” lo ritengo valido anche oggi. Sono rimasto stupito che un Porschista definisca “Maggiolino” una 911, ma forse perché è dalla piccola Volkswagen che tutte le Porsche sono derivate. Sono contento che la spiegazione è risultata chiara e semplice, caratteristiche fondamentali per i miei articoli.