Ecco la seconda parte delle auto del Salone dell’auto di Ginevra viste dal Garage del Faso. Proprio come la prima parte.
Arus
Senat L600 e S700: al Salone di Ginevra è stata presentata la prima casa automobilistica di lusso made in Russia. La Senat L600 davanti sembra una Lancia Thema (Chrysler 300G) e tutto il resto è fortemente ispirato alla Rolls-Royce Phantom. Il motore è un gigantesco V8 4.4 litri di derivazione Porsche, accoppiato ad un elettrico, soltanto per avere la coscienza un po’ verde. Su richiesta del presidente Putin Arus ha creato la Limousine S700 una vettura di rappresentanza, blindata come un carrarmato e degna della The Beast americana.



GFG
Kangaroo: Giugiaro padre e figlio, mollato Italdesign, hanno creato il secondo prototipo tutto loro. Una supercar a ruote alte, qualcosa di già visto, come la mitica Parcour ma tutta elettrica. Bella l’idea di Fabrizio, però i colpi di genio del Maestro Giorgetto sono andati ben oltre.


Hispano Suiza
Carmen: I potenti del mondo in passato viaggiavano su: Rolls-Royce, Isotta Fraschini e Hispano Suiza. Il marchio Hispano è tornato con un’auto dalle forme del passato di ispirazione Bugatti ancora di più della Voiture Noire. Sotto la linea della carrozzeria di ieri c’è un motore elettrico che proietta questa vettura nel futuro.



Italdesign
DaVinci: Nella matita e nel cuore di Filippo Perini è sempre rimasto il Toro. Con questa Da Vinci si è partiti dal mito della Lamborghini Bertone Marzal per arrivare a quella che potrebbe essere la nuova Espada. Segno di riconoscimento il Tricolore vicino alle ruote anteriori.


Koenigsegg
Jesko: Christian il proprietario dell’impronunciabile casa automobilistica svedese, che porta il suo cognome, ha dedicato un modello alla prima persona che ha creduto in lui cioè il padre, che si chiama appunto Jesko. Il motore è una bestia da 1.300 CV che possono diventare 1.620 CV mettendo come carburante una miscela di bioetanolo e benzina. L’auto è pronta per raggiungere la fatidica quota dei 500 Km/h. L’alettone posteriore è enorme con una forma insolita che ha molto dell’aeronautico. Il tetto in carbonio si stacca trasformandola in targa. Grande Koenigsegg: il Pagani del nord Europa.


Manifattura Automobili Torino
New Stratos: già la linea della carrozzeria è quasi la stessa di Gandini con l’aggiunta dei colori Alitalia e i fari padelloni è la consacrazione di un mito. Nonostante le critiche ricevute la New Stratos è la dimostrazione di quanto sia attuale il progetto di quaranta anni fa. Vederla al centro dello stand e fotografata da chiunque mi lascia perplesso la totale indifferenza di FCA.


Mole Costruzione Artigianale:
Almas: questa non è più un’auto ricarrozzata, come le precedenti, ma è una vettura tutta nuova. Le forme della Almas riprendono auto italiane del passato come l’Alfa Romeo Montreal e la mitica Ferrari 250 Testa Rossa. Il motore è segreto ma l’ispirazione del Biscione è molto forte.

Carrozzeria Touring Superleggera
Sciàdipersia Cabriolet: la richiesta di un cliente si fonde con lo stile di Touring ed ecco che la Sciàdipersia toglie il tetto. La base di partenza è la Maserati Grancabrio e i tratti vanno a riprendere Aston Martin. Bella senza dubbio, nessuno riesce così nel 2019.


Pagani
Zonda C12 e Huayra Roadster: Pagani celebra così i suoi 20 anni di fondazione affiancando la prima e l’ultima delle sue vetture nel segno della continuità. La Passione di Horacio dal garage di casa è arrivata ad essere una delle case automobilistiche più conosciute al mondo in fatto di hypercar. Pagani dall’essere un perfetto sconosciuto ora vende 100 auto tutte in un colpo…e la prossima sarà devastante! Horacio oggi è quello che era 40 anni fa Enzo.






Piëch Automotive
Mark Zero: quando tuo padre è Ferdinand Piëch, ex presidente di Volkswagen e discendente di Porsche puoi permetterti tutto, anche di costruire auto tue. Mark Zero è una bella coupè dalle linee eleganti del passato. Zero sono le sue emissioni perchè è elettrica.

Pininfarina
Battista: nome di questa supercar riprende quello del fondatore della storica carrozzeria italiana cioè Battista detto “Pinin” Farina, perchè era il più piccolo dei fratelli. La nuova creazione di Pininfarina stupisce per le sue prestazioni: l’equivalente di 1.900 CV elettrici con 2.300 Nm di coppia e un’autonomia di 450 km. Lo 0 a 100 km/h viene bruciato in meno di due secondi e ne servono meno di dodici per raggiungere i 300 km/h da fermo. Della Battista verranno prodotti 150 esemplari, ma la cosa che più spaventa è che questa è la prova di una Ferrari elettrica.


Polestar
The Polestar 2: quello che era il reparto sportivo di Volvo si separa per diventare 100% elettrico. Il modello 2 riprende la semplicità quasi zen delle vetture svedesi. Tutto in questa auto è semplice, quasi monotono, se non avesse le cinture di sicurezza gialle sembrerebbe un’automobile robot disegnata da un computer. Lo stand di Ginevra lasciava a bocca aperta per le dimensioni. Credo che a Polestar serva più personalità.

Puritalia
Berlinetta: è un orgoglio italiano questa vettura Made in Napoli. Carrozzeria con forme d’altri tempi e un motore a benzina 5.0 V8 Supercharged davanti da 750 CV e uno elettrico dietro plug-in da altri 215 CV. Complimenti per le rifiniture quasi sartoriali.


Zenvo
TSR-S: sempre un gradino più un su per la casa automobilistica danese. TSR-S ha Fibra di carbonio ovunque e 1200 CV sotto al cofano. La particolarità di questa supercar è l’ala posteriore che si inclina sterzando il volante. Il movimento dell’alettone posteriore è quasi “molle” come se fosse l’ala di un uccello trasportato dal vento.


Ne ho mancata qualcuna? Quale vi è piaciuta di più?
Se l’articolo ti è piaciuto, condividilo su Facebook e metti il like sulla pagina de Il Garage del Faso.