Il nome: Temerario era già quello di progetti e schizzi dalla Gallardo in poi. Dopo anni di V10 Lamborghini, si piega alle questioni omologative mettendo sotto il cofano della sua piccola un V8 ibridizzato. La presentazione dell’erede della Huracan nella gamma è stata tardata appunto per poter rimpicciolire il motore. I due LED esagonali a presa d’aria frontali si sono visti su tutti i muletti che giravano per le strade sono diventati ormai suo segno distintivo. Nella maschera anteriore ecco spuntano le 2 telecamere per consentire il livello guida 2 come già visto sulla Revuelto. Davanti resta comunque aggressiva, ma l’avrei fatta molto più diversa dalla sorella maggiore V12. L’anteriore è appuntito e filante contraddistinto da fanali che sembrano essere occhi socchiusi di un toro all’attacco.
Il frontale della Lamborghini Temerario è contraddistinto dai fari esagonali a LED che includono le prese d’aria.
Lateralmente l’abitacolo della Temerario è avanzato in stile “Gandini” anche se risulta purtroppo molto simile alla precedente Huracán. Belle le prese d’aria dal forte richiamo Countach e Diablo (che adoro) sono un omaggio al passato che apprezzo molto. Il passo cresce di 4 cm e i cerchioni, per la presentazione, sono stati scelti a stella multipla. Gli specchi retrovisori restano belli grandi per favorire la visibilità. il cofano motore è inesistente come sulla Revuelto rimane quasi tutto a vista come sulle moto per dare il miglior sfogo che ci sia al calore, scelta che non condivido per motivi estetici. Questa idea, seppur funzionale, mi sembra sacrificare un po’ l’estetica, soprattutto per un’auto che si fregia di un design così audace.
Lateralmente la Temerario è subito riconducibile al mondo Lamborghini.
Il Capo del design Mitja Borkert si ispira molto al mondo delle 2 ruote infatti il posteriore sembra svuotato del superfluo: rimane solo il terminale di scarico alto e l’estrattore di dimensioni generose per garantire la corretta downforce. Anche gli pneumatici posteriori restano liberi per più di metà altezza. Critico un po’ il retro perchè sembra formato da troppe linee, avrebbe potuto essere più verticale e muscoloso come quello della Sesto Elemento.
Il designer Mitja Borkert per il posteriore della Temerario si è ispirato molto al mondo delle moto.
Il motore della Temerario è un V8, un compromesso necessario per rispettare le normative sull’inquinamento. Lamborghini, che ha sempre sfoggiato potenti V10, ha dovuto sacrificare la sua firma sonora per conformarsi alle nuove norme. Un po’ lo stesso errore che ha fatto Ferrari con la 296 GTB che non ho nemmeno recensito. Darò giustamente i dati motore: V8 biturbo che arriva a 10.000 giri al minuto 4.0 di cilindrata sviluppa già da solo 800 CV con i 3 elettrici si arriva a 920 CV e la trazione resta comunque integrale. Dovrebbero bastare 2,7 secondi nello 0-100 km/h, 7,3 secondi nello 0-200 km/h e 340 km/h di velocità massima.
Come sempre il bottone dell’accensione è sotto il coperchietto come quello dei caccia militari. Come su tutte le ultime supercar l’abitacolo si divide in 3 parti separati di schermi: uno davanti al pilota per la guida, uno sul tunnel centrale per tutto l’infotainment e davanti al passeggero che incorpora principalmente i dati più emozionali.
L’interno della Temerario è ricco di schermi. Come sulla Revuelto anche il volante si riempie di pulsanti.
Sul volante le modalità di guida non mancano: Città (solo 190CV elettrici), Strada, Sport, Corsa e Corsa ESC Off per fare i drift come sulla Sterrato; la trazione sarà garantita sempre integrale. L’interno è ampio: ricco di portaoggetti ed anche comodo per i giocatori di basket che si erano lamentati della poca altezza a disposizione. Il tunnel centrale è ispirato alla faccia di un marziano. Come sulla Ferrari 296 Assetto Fiorano quì sulla Temerario troviamo la versione denominata “Alleggerita” con carbonio in ogni centimetro, alcuni pezzi anche in riciclato e lo scarico in titanio. I deviatori di flusso aiutano l’aerodinamica sottostante lasciando una carrozzeria più pulita. A differenza della Revuelto il motore non è completamente aperto, ma grigliato. La batteria è al centro nella zona dell’asse di trasmissione per facilitare la distribuzione dei pesi.
Lamborghini dice che il V8 integra un sistema a batterie per migliorare le prestazioni, ma purtroppo non è così visto che c’è stato un notevole aumento di peso. Tutto è dovuto alle restringenti normative antiinquinamento mondiali. Vista la crescita dei restomod delle auto: cioè vetture del passato che vengono riproposte attualizzandone i componenti. Proporrei alla Lamborghini di andare a ripescare il prototipo Bravo della Carrozzeria Bertone opera di Gandini del 1974 per rimetterlo sul mercato modificandone soltanto l’interno e levando i fari a scomparsa per ragioni di sicurezza coi pedoni.
Per diversificare la Revuelto dalla Temerario proporrei di utilizzare per la V8 il prototipo della Carrozzeria Bertone chiamato Bravo.
Cosa ne pensate di questa Lamborghini Temerario? E’ giusto il passo verso l’elettrificazione? Che ne dite della mia idea di commercializzare alcuni prototipi che all’epoca della presentazione erano troppo avveniristici?